Come una pelle sottile: caos e confini in una paziente con disturbo borderline di personalità
DOI:
https://doi.org/10.23823/jps.v7i2.120Parole chiave:
caos familiare, labilità dei confini, organizzazione borderline di personalità, mentalizzazione, relazione terapeuticaAbstract
Il presente articolo descrive un processo terapeutico individuale di una giovane paziente con disturbo borderline di personalità. Esso riassume il lavoro, tuttora in corso, con la paziente che, vivendo all’estero si rivolge ad un servizio di psicologia online con la domanda di essere sostenuta nella decisione di lasciare il partner. Nel corso del processo terapeutico mi appare chiaro come le modalità di funzionamento cognitivo, affettivo e relazionale della paziente facciano pensare ad una confusione identitaria. La confusione identitaria, la dirompente impulsività negli agiti accompagnata da una carenza nella capacità di pensare, la scarsa capacità di controllare l’angoscia, l’instabilità nelle relazioni affettive e nella percezione di sé sono solo alcuni tra gli elementi che emergono nella relazione con la paziente. In un lavoro terapeutico dove spesso si ha la sensazione di trovarsi ad uno “stallo apparentemente irrecuperabile”, la relazione terapeuticasi configura come una“esperienza emotiva correttiva” (Lancini et al., 2020) nella qualeil terapeuta cerca, attraverso il rispecchiamento emotivo, di dare ordine e senso alla confusione emotiva e psichica della paziente, di valorizzare i pochi momenti di insight, di riappropriarsi di aspetti di sé negati o proiettati, di rimanere un riferimento costante nonostante i suoi attacchi.
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